MiCA amica mia…

Lo scorso 20 aprile il Parlamento europeo ha approvato la proposta relativa al regolamento europeo sulle cripto-attività (Market in Crypto-Assets Regulation - MiCAR).

Il MiCAR – parte di un pacchetto sulla finanza digitale inteso a sviluppare un approccio europeo che promuova lo sviluppo tecnologico e garantisca la stabilità finanziaria e la protezione dei consumatori – è il pilastro portante dell’armonizzazione regolamentativa europea in materia di servizi finanziari basati su tecnologia di registro distribuito.

In particolare, il MiCAR ha l’obiettivo di proporzionare un adeguato grado di definizione normativa alla salvaguardia dell’innovazione tecnologica. Al centro del regolamento europeo vi sono le attività di custodia degli asset digitali (portafogli digitali di criptovalute), le piattaforme di negoziazione e trading (exchange di criptovalute) ma soprattutto gli stablecoin; criptovalute il cui valore è destinato ad essere stabilizzato ad attività sottostanti come per esempio le valute fiat.

L’urgenza di un quadro regolamentativo per il mercato europeo nasce da due eventi scatenanti: il forte aumento della capitalizzazione di mercato delle criptovalute del dicembre 2017 e la presentazione ufficiale del progetto Libra (nomenclatura iniziale del progetto di proprietà del colosso statunitense Facebook, oggi Meta, volto al lancio di uno stablecoin mondiale) del giungo 2018.

Nonostante a fine 2017 il Bitcoin raggiungerà per la prima volta i 20'000 dollari, quadruplicando il suo valore nell’arco di un mese, nel marzo 2018 il prezzo era già ritornato sotto la soglia psicologica dei 10'000 dollari. L’allora commissario europeo per i servizi finanziari e vicepresidente della Commissione europea per l'euro e il dialogo sociale Valdis Dombrovskis sollecitò con tempismo perfetto (dicembre 2017) l’Autorità bancaria europea (ABE) e l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) nel mettere in guardia gli investitori sui rischi relativi alle criptovalute. Ma, d’altro canto, quando nel 2018 la Commissione europea diede mandato all’ABE e all’ESMA per valutare l’applicabilità e l’adeguatezza dell’attuale quadro normativo dei servizi finanziari europeo nel regolamentare le attività basate su tecnologia blockchain, il Bitcoin si attestava ad un valore di mercato al di sotto dei 4'000 dollari.

Per la sopra citata ragione ritengo che per la Commissione europea fu ben più rilevante l’ambizione di Facebook di auto proclamarsi moneta mondiale. Nel giugno del 2018 David Marcus – allora capo dell’applicazione di messaggistica istantanea “Facebook Messenger” –, Morgan Beller e Kevin Weil annunciarono pubblicamente il progetto Libra. Differentemente dal Bitcoin, Libra prometteva di mantenere il suo prezzo invariato nel tempo centrando l’obiettivo di essere un ottimo candidato per soddisfare le caratteristiche tradizionali della moneta: strumento di pagamento, unità di conto e riserva di valore. Perché un utente finale avrebbe dovuto deporre fiducia nel prodotto di Facebook? Facile, il valore era ancorato ad un paniere di attivi di riferimento a basso rischio, tra cui diverse valute nazionali e obbligazioni di stato. Inoltre, il token “Libra” sarebbe stato utilizzabile trasversalmente sulle maggiori applicazioni online occidentali come moneta di pagamento.

L’iniziativa di Facebook non fu gradita dall’establishment politico americano in primis. Ricordiamoci che il tutto accadeva in concomitanza di due eventi. Il primo era lo scandalo Facebook-Cambridge Analytica, dove l’azienda britannica di consulenza era in grado, mediante la profilatura psicologico-comportamentale degli utenti delle diverse piattaforme di Facebook, di influenzarne le scelte politiche facendo leva sulle paure individuali; estremizzazione del concetto americano di soft-power. Il secondo evento era la messa operativa del regolamento generale sulla protezione dei dati (RGPD) dell’Unione europea. Ne risultò che i riflettori internazionali erano puntati sugli Stati Uniti, in particolare alla loro egemonia nel mercato dei servizi tecnologici di massa.

Comprese le avversità politiche, Marcus e Beller scorporarono Libra da Facebook fondando la “Libra Networks S.à.r.l” a Ginevra per poi fondare un’associazione senza scopo di lucro in cui Facebook sarebbe stato solamente uno dei tanti associati tra cui comparivano anche Uber, Vodafone, Spotify, Visa e Mastercard. A questo punto Facebook si sarebbe maggiormente concentrato nello sviluppo del servizio di custodia degli asset digitali, allora chiamato Calibra.

Nel luglio 2019 l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump e l’allora Segretario al Tesoro Steven Mnuchin palesarono le loro preoccupazioni concernenti il mondo delle criptovalute e le società private operanti in tale settore. Facebook non predisponeva né della fiducia dei Democratici – come per esempio gli ancora senatori dell’Oiho Sherrod Brown e delle Hawaii Brian Schatz – né dei Repubblicani – come per esempio Martha McSally, allora senatrice dell’Arizona –.

Libra presentava due principali rischi troppo concreti per essere ignorati. Innanzitutto, avrebbe potuto interferire con l’indisputabile moneta mondiale e primo asset strategico a livello geopolitico degli Stati Uniti; il dollaro. In secondo luogo, essa rappresentava la permeazione di Facebook nell’intimità del trasferimento di denaro privato, da un lato permettendo alla multinazionale americana di raccogliere le informazioni relative alla spesa online e dall’altro lato di erodere i margini di profitto dell’oligopolio occidentale dei sistemi di pagamento (Visa e Mastercard).

Inutili furono i tentativi di calmierare le rappresaglie politiche con la nomina di Stuart Levey, ex sottosegretario del tesoro per il terrorismo e l’intelligence finanziaria sotto la presidenza George W. Bush e Barak Obama ai vertici di Libra. Così come il cambiamento di nome del progetto da Libra a Diem e l’analogo rebranding del servizio di custodia degli asset digitali di Facebook da Calibra a Novi.

Nonostante la più che probabile approvazione della richiesta di autorizzazione quale sistema di pagamento secondo la Legge sull’infrastruttura finanziaria – che si trovava già ad uno stadio avanzato – da parte dell’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA), il vero padrone non aveva ancora dato la sua benedizione a procedere.

Nel giungo 2021 Jerome Powell (presidente della Federal Reserve) e Janet Yellen (predecessore di Jerome Powell alla presidenza della Federal Reserve ed attuale Segretario al Tesoro degli Stati Uniti) decisero di fermare le ambizioni di Facebook. Levey non si attardò a rimpatriare Diem negli Stati Uniti e ridimensionarne le ambizioni strategiche. Nell’ottobre 2021 arrivò però un chiaro segnale di arresto sia per lo stablecoin mondiale sia per i servizi di custodia digitale. Forti critiche a Facebook vennero sollevate da parte di una cordata di senatori democratici: Brian Schatz (senatore per le Hawaii), Sherrod Brown (senatore per l’Ohio), Richard Blumenthal (senatore per il Connecticut), Elizabeth Warren (senatrice per il Massachusetts ed eminenza grigia della regolamentazione al settore finanziario tradizionale e non) e Tina Smith (senatrice per il Minnesota). Nel gennaio 2022 Diem annunciò la cessione di tutte le attività alla Silvergate Capital Corporation per 182 milioni di dollari. La Silvergate è recentemente stata oggetto di speculazione sui media internazionali per il suo coinvolgimento indiretto nel fallimento dell’exchange di criptovalute FTX e del fallimento della Silicon Valley Bank e Signature Bank che hanno più tardi portato alla procedura di liquidazione della crypto-banca nel marzo 2023.

Tornando al rapporto voluto dalla Commissione europea, l’ABE e l’ESMA evidenziarono come la regolamentazione europea (che nel frattempo non è cambiata) non sia in grado di captare l’intero spettro delle attività blockchain, in particolare in materia di antiriciclaggio, finanziamento del terrorismo, tutela dei consumatori e degli investitori e d’integrità del mercato (manipolazione ed insider trading).

Il 24 settembre 2020 lo stesso Valdis Dombrovskis si è fatto portavoce della procedura legislativa ordinaria della Commissione europea del MiCAR. Comprenderete ora che non sono un caso le stringenti richieste regolamentative in materia di criptovalute volte al mantenimento della stabilità del prezzo (stablecoin) incluse nel MiCAR. La proposta di regolamentazione norma la tutela dei consumatori in materia di stablecoin principalmente obbligandone l’emittente a garantire la copertura integrale della criptovaluta con attivi sufficientemente liquidi, la scambiabilità al pari in qualsiasi momento e senza costi aggiuntivi, nonché di rispettare le richieste minime di capitale di almeno il 2% in aggiunta alla copertura integrale dei token emessi.

Se da una parte l’idea dello stablecoin mondiale di Facebook è stata abbandonata, dall’altra il mercato degli stablecoin operanti in Europa emessi da società private off-shore è aumentato a dismisura. Dal 2018 la capitalizzazione di mercato degli stablecoin è cresciuta da meno di 3 miliardi di euro agli oltre 130 miliardi di euro odierni. La proposta di legge europea nata in funzione anti-egemonia americana, almeno per quanto riguarda il settore della moneta digitale, si trova ora al centro della dicotomia tra il mercato di riferimento e gli operatori di servizi di moneta stabile. Infatti, nonostante il 30% dei volumi di transazioni sui mercati delle criptovalute siano di origine europea, il 99.9% dell’offerta è denominata in dollari (ancorata al dollaro americano) a fronte dei soli 100 milioni denominati in euro. Dei circa 130 miliardi di euro di capitalizzazione, Tether (con lo stablecoin USDT) e Circle (con USDC) da soli costituiscono il 90% del mercato.

Stando alle premesse iniziali, il MiCAR dovrebbe permettere alle aziende europee di riguadagnare l’ormai perso “first mouver advantage” mettendo in svantaggio competitivo i prodotti denominati in dollari americani. Tether e Circle, qualora non dovessero conformarsi alle norme europee e/o promuovere i loro prodotti stabilizzati sulla valuta di riferimento dell’Unione europea, dovrebbero ridimensionarsi notevolmente. Il MiCAR prevede infatti diversi limiti alle stablecoin denominate in valuta straniera (non euro) tra cui l’obbligo di sede in una giurisdizione europea e limiti alla capitalizzazione di mercato. Per questa ragione Circle ha recentemente annunciato l’apertura di una sede in Francia e l’avvio del processo per sottoscrivere la licenza di “istituto di moneta elettronica” per supportare la crescita del suo stablecoin denominato in euro (EUROC).

Il giorno antecedente al voto del 24 aprile Mairead McGuinness, successore di Valdis Dombrovkis come Commissario europeo per la stabilità finanziaria i servizi finanziari e l'unione dei mercati dei capitali, ha invitato il Parlamento europeo all’approvazione del MiCAR descrivendolo un tassello fondamentale della strategia europea. McGuinness sottolinea inoltre l’importanza del garantire la convertibilità della moneta privata (emessa oggi dalle istituzioni finanziarie e dagli emittenti di stablecoin) in moneta della banca centrale (come per esempio le banconote). Tra le motivazioni del parlamento europeo compare quindi affianco alla digitalizzazione dell’economia, all’inclusione finanziaria e al promovimento dell’innovazione, la vera ragione di questa implementazione strategica. “L’euro digitale è essenziale per supportare l’apertura strategica di autonomia dell’Unione europea” ossia il mantenimento di un grado di sovranità dell’Europa. In altre parole, il MiCAR sarà l’apripista per l’euro digitale, complemento della moneta fisica ma meglio calibrato per l’utilizzo nell’imminente economia digitale. Caro lettore, nota bene che ciò non significa che l’euro digitale sarà emesso mediante la tecnologia blockchain.

Il MiCAR, quale espressione di un’Europa alla ricerca di un’indipendenza dagli Stati Uniti e di un regolamentatore proattivo del mondo della blockchain, potrebbe dare qualche speranza per il Vecchio Continente. MiCAR, inteso come parte di un pacchetto sulla finanza digitale, ed il RGPD sono le ultime grandi ambizioni dell’Unione Europea in materia di regolamentazione. È un dispiacere che con l’insediamento della presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen – che si fece addirittura portavoce della battaglia alle multinazionali statunitensi e delle implementazioni del RGPD – l’Europa si è rimessa in fila dietro al suo padrone.

Al momento, il Parlamento europeo ha approvato la proposta del MiCAR che dovrebbe essere pubblicata per la fine di giugno ed applicabile dal luglio 2023. I diversi articoli verranno applicati progressivamente, le disposizioni sugli stablecoin dal luglio 2024 e le disposizioni in materia di emittenti di altre criptovalute e servizi finanziari nel mondo della blockchain dal gennaio 2025.

 

 

Zeusio