Chi punta sulle maggioranze perde alle urne?

Le proiezioni della NZZ danno all'UDC una storica vittoria, dopo la debacle di quattro anni fa. Alcune considerazioni sulla passata legislatura.

Si sono chiuse a mezzogiorno le urne elettorali ed è in corso lo scrutinio delle schede di queste elezioni federali 2023.

La Neue Zürcher Zeitung (Nzz) oggi ha pubblicato una proiezione, in base alla quale l’Udc registrerebbe a livello nazionale un’avanzata di oltre 5 punti percentuali rispetto alle scorse elezioni federali, portandosi al 30,8%: una soglia che mai nessuno ha raggiunto da quando c’è il sistema proporzionale per l’elezione del Consiglio nazionale.

Un risultato che, se fosse confermato, dovrebbe portare a fare qualche seria riflessione sulla passata legislatura. L’Udc aveva registrato una forte debacle alle ultime elezioni federali, quelle del 2019. Se l’avanzata fosse confermata dai dati definitivi, ne risulterebbe che il partito guidato da Marco Chiesa in questa legislatura sia riuscito ad invertire la rotta.

Ebbene, in questa legislatura si può constatare facilmente che l’Udc è l’unico partito rappresentato in Consiglio federale ad aver “strizzato” l’occhio ai movimenti come gli Amici della Costituzione, critici sulle misure per il covid, esprimendo un certo dissenso sulle misure restrittive e contro i lockdown. La legislatura è proseguita con il tema della guerra in Ucraina. Anche qui, l’Udc è l’unico partito di governo ad essersi schierato chiaramente contro l’invio di armi in Ucraina e a favore di una posizione di neutralità della Svizzera nel conflitto. In entrambi questi casi è interessante notare come diversi politologi e commentatori andavano dicendo che queste posizioni avrebbero fatto perdere voti all’Udc, perché “la maggioranza della popolazione è a favore” (dell’invio di armi in Ucraina o alle misure per il covid). Sarà vero, però vi è anche una fetta di popolazione che la pensa diversamente. Si tratta certamente di una minoranza, ma una minoranza non trascurabile e rilevante. Nel caso delle misure per il covid abbiamo la fortuna di avere anche il dato delle votazioni popolari. Ebbene l’Udc sembrerebbe abbia preferito concentrarsi sul consolidare la propria presa su queste minoranze, che hanno trovato in essa l’unico partito di Governo che ha vagamente difeso le loro rivendicazioni.

Sicuramente ha pesato poi anche la questione dell’immigrazione, che è tornata un tema caldo. Uno storico tema dell’Udc che il partito ha continuato a presidiare, con posizioni populiste e anche para-razziste (ma lo faceva anche quattro anni fa, quando hanno perso).

L’atro lato della medaglia: sempre secondo le proiezioni della Nzz anche il Partito socialista sarebbe in crescita, anche se solo di un punto percentuale. Il Pss è il partito che si è schiarato più fortemente a favore dei lockdown e più a favore dell’invio di armi in Ucraina. Lo ha fatto, peraltro, anche rinnegando la sua vicinanza con il Gruppo per una svizzera senza esercito e la sua tradizionale posizione anti-militarista (nel momento in cui alla guida dei socialisti svizzeri c’è la sinistra del partito, con i vari Cédric Wermuth, Mattea Meyer, Jon Pult e Tamara Funiciello).

Pur dovendosi “spartire” le posizioni di maggioranza su questi temi con altri due partiti di Governo, il Pss è quello che le ha difese mostrando più chiarezza e convinzione.

Insomma, secondo questi dati (ancora tutti da confermare), sembra proprio che gli elettori abbiano preferito chi esprime posizioni chiare e “nette”, anche se minoritarie. Chi invece cerca di accontentare (o, meglio, non dare troppo fastidio) a tutti, si ritrova con il cerino in mano.