Un'arte per le nuove generazioni: nuovi temi e modi di interagire

Una fiera-non-fiera, che si propone di rendere accessibile il mondo dell’arte contemporanea alle nuove generazioni di collezionisti, galleristi e artisti. Intervista a Laura Gabellotto, direttrice di (un)fair.

Una fiera-non-fiera, che si propone di rendere accessibile il mondo dell’arte contemporanea alle nuove generazioni di collezionisti, galleristi e artisti. A Milano il 5 marzo abbiamo incontrato la direttrice di (un)fair, Laura Gabellotto, in occasione dell’evento presso il Superstudio Maxi. Con lei abbiamo parlato della fiera, delle idee e delle tendenze alla base di uno spazio che vuole offrire un nuovo modo di interagire con l’arte.

 

Laura Gabellotto, dal 3 al 5 marzo si è tenuta la seconda edizione di (un)fair a Milano. Qual è l'idea alla base di questa fiera?

(Un)fair nasce in piena pandemia, dopo un periodo in cui siamo stati chiusi in casa per molto tempo. Ci siamo accorti che il mondo dell'arte emergente aveva bisogno di un nuovo spazio, dove ricreare relazioni fra il nuovo pubblico, le gallerie e i giovani artisti.

Dopo una lunga esperienza nell’organizzazione di fiere, di cui mi occupo da 15 anni, assieme alla mia socia, Manuela Porco, abbiamo deciso di creare questo nuovo format. È un format nato per dare spazio agli artisti emergenti, ma anche per dare l’opportunità, a quella che mi piace definire una "nuova generazione” di collezionisti, di un collezionismo dai costi accessibili. 

 

Il nome (un)fair come nasce?

(Un)fair è un gioco di parole. Ci proponiamo come una fiera-non-fiera. Vogliamo uscire dagli schemi tradizionali e offrire un nuovo modo di interagire con l'arte contemporanea. Abbiamo dei percorsi sensoriali, che permettono di scoprire l’arte, non solo attraverso la vista, ma anche l'olfatto. Concepiamo la fiera anche come un evento, dove si possono trovare dj-set, aperitivi e guardare l'arte a 360 gradi, non solo con un'ottica di investimento. 

 

In questa seconda edizione vedete un consolidamento del vostro lavoro?

La prima edizione è stata del tutto particolare, nel periodo del covid, tutti con le mascherine. Le relazioni erano più difficoltose. 

In questa seconda edizione abbiamo migliorato la qualità delle gallerie presenti e la risposta del pubblico è buona. 

 

Lei ha parlato del rapporto fra nuove generazioni di artisti, galleristi e collezionisti. Che profilo hanno?

Le gallerie che cerchiamo di intercettare sono anch'esse giovani. Non sono le gallerie tradizionali, un po' commerciali, che presentano gli artisti più affermati. Noi chiediamo alle gallerie di presentare progetti correlati a temi attuali, come la parità di genere, la sostenibilità ambientale e la multiculturalità. Presentiamo spazi che non sono solo gallerie fisiche, ma anche online, e che trattano artisti emergenti, non conosciuti. 

 

E i collezionisti?

Il nostro target è molto giovane. Vogliamo avvicinare quella fascia di pubblico che abitualmente non frequenta le fiere d'arte, magari perché inizialmente c'è una sorta di timore reverenziale ad entrare in una fiera o in una galleria. Si pensa che l'arte contemporanea sia solo quella delle aste con prezzi folli ed accessibile solo a pochi. Noi vogliamo sfatare questo mito, facendo entrare l'arte nella vita di tutti i giorni.

 

Voi siete concentrati sull'arte contemporanea, che esce da un decennio di grande successo. È ancora così?

Da quanto ho potuto riscontrare negli ultimi anni c'è un grande interesse soprattuto per le artiste donne e gli artisti africani. C'è un cambiamento di mentalità, che non è più solo eurocentrica, e si sta spostando su tematiche molto attuali, come la parità di genere e la multiculturalità. Nel nostro piccolo vogliamo proprio fornire uno spaccato di questi temi. 

 

Avete riservato attenzione anche alla tendenza, esplosa nel 2021 e nel 2022, degli NFT (Non-fungible token)?

Abbiamo una galleria che presenta NFT e abbiamo creato dei biglietti NFT per accedere alla fiera, disponibili online. Abbiamo cercato di abbinare l'esperienza nella fiera all'arte in forma di NFT. Le nuove tecnologie sono pure un tema di attualità e un mezzo che si può usare. L’arte contemporanea è un riflesso di quello che accade oggi.

 

Quale futuro vede per (un)fair?

Cercheremo di consolidare il format, cambiando di anno in anno la nostra proposta, cercando di includere le nuove gallerie che nasceranno, i nuovi artisti emergenti e attività diverse, sempre orientate alla fascia di pubblico che ci interessa, ovvero quella giovane.