HelvEthica: "Torna lo spettro del Certificato Covid!"

Riceviamo e pubblichiamo. Comunicato di HelvEthica Ticino.

La Commissione della gestione del Consiglio Nazionale ha analizzato le misure Covid e stabilito che non hanno comportato una violazione della Costituzione; in pratica è come chiedere all’oste se il suo vino è buono.

L’analisi rischia di essere viziata anche se venisse fatta da una commissione indipendente, figuriamoci se è composta da membri di un Parlamento che si è allineato alle misure anticovid adottate dal Governo.

La classe politica fatica ad ammettere i suoi errori che sono purtroppo molteplici:

ha propagandato il terrore invece di spiegare alla popolazione come potenziare il sistema immunitario e di favorire le cure precoci, chiedendo ai medici di occuparsi tempestivamente dei pazienti (che venivano lasciati praticamente senza assistenza medica finché guarivano o si aggravavano e finivano in ospedale). Già così sarebbero diminuiti i ricoveri nei reparti di cure intense. I medici che hanno erogato le cure secondo scienza e coscienza non hanno, se non in rarissimi casi, avuto pazienti ricoverati o morti per Covid, nemmeno fra gli anziani; questo non solo in Svizzera ma anche nel resto del mondo.

L’allarme lanciato a livello planetario da numerosi medici e scienziati, critici sui protocolli di cure e le misure imposte dalle autorità sanitarie e politiche, è stato sistematicamente ignorato, anzi contrastato. Le misure non sono state abrogate nemmeno di fronte all’evidenza sulla loro inutilità e dannosità. È stato introdotto un certificato Covid, pur sapendo che il cosiddetto vaccino non era stato testato per prevenire la trasmissione del virus. Chi ha sottoscritto i contratti sapeva che non erano stati fatti studi sugli effetti dei “vaccini” sulle donne in gravidanza e i nascituri, sulla cancerogenesi, eppure tutti sono stati spinti a vaccinarsi con pressioni dirette o indirette. Costringere i giovani a tamponi quotidiani per accedere alle scuole e alle attività sociali e di svago equivale a un obbligo vaccinale ed è tremendamente perverso non riconoscerlo.

Vi abbiamo avvisati che Robert Malone, inventore del “vaccino a mRNA“ aveva lanciato un appello a non vaccinare i bambini e i giovani, che ci sarebbero stati rischi di pericarditi e miocarditi e il rischio di una modifica del DNA che si trasmetterà anche alle future generazioni. A lui bisognava dare il Premio Nobel, a chi onestamente ha messo in guardia, anche verso ciò che ha inventato, per carità umana.

Ora le autorità politiche e sanitarie che non hanno voluto fare una vigilanza attiva su un “vaccino” sperimentale, omologato in via temporanea, per timore di scoprire la mole di reazioni avverse anche gravissime, croniche e mortali, osano dirci che vogliono introdurre il sistema di certificazione usato per il Covid nella prossima revisione della legge sulle epidemie? Che introdurre il certificato Covid è conforme alla Costituzione? Che aver bistrattato la popolazione e averla esposta a rischi peggiori del Covid stesso è stata una buona cosa? Dovrebbero vergognarsi per non saper fare un atto di umiltà, per le menzogne diffuse e le notizie omesse. Per l’aumento del 50% dei suicidi giovanili in un anno che si sarebbero potuti evitare. Per la schiera di persone che ha dovuto ricorrere a cure psicologiche e psichiatriche a causa delle misure imposte e del clima di terrore generato. Non ci lasceremo più imporre nulla, la misura è ormai più che colma.