Arnaldo Alberti: Saramago, Berlusconi e i palestinesi

Riceviamo e pubblichiamo. Di Arnaldo Alberti

Lo scrittore portoghese José Saramago, insignito nel 1998 del Premio Nobel per la letteratura,  morì il 18 giugno 2010. Nell’anno del suo decesso l’editore Feltrinelli di Milano ha pubblicato l’”Ultimo quaderno” una raccolta di suoi pensieri. In un capitolo dal titolo “La cosa Berlusconi” a pagina 85, l’autore così scrisse:

Non vedo che altro nome gli potrei dare. Una cosa pericolosamente simile a un essere umano, una cosa che tiene feste, organizza orge e comanda in un paese chiamato Italia. Questa cosa, questa malattia, questo virus minaccia di essere la morte morale del paese di Verdi se un vomito profondo non riuscirà a sradicarla dalla coscienza degli italiani prima che il veleno finisca per corrodegli le vene e spezzare il cuore di una delle più ricche culture europee. I valori basilari della convivenza umana sono calpestati tutti i giorni dalle zampe vischiose della cosa Berlusconi che, tra i suoi molteplici talenti, ha un’abilità funambolesca nell’abusare delle parole corrompendone l’intenzione e il senso, come nel caso del Polo della Libertà che è proprio il partito con cui ha dato l’assalto al potere. Ho chiamato delinquente questa cosa e non me ne pento. Per motivi di natura semantica che altri potranno spiegare meglio di me, il termine delinquente possiede in Italia una carica assai iù forte di qualsiassi altra lingua parlata in

Europa”.

Il dizionario Treccani definisce delinquente una  persona d’animo malvagio e perverso, che ha attitudine al male.

Saramago nel 1969 s'iscrisse clandestinamente al Partito Comunista Portoghese, riuscendo sempre ad evitare di finire nelle mani della polizia politica del regime di Salazar. Il dittatore António de Oliveira Salazar mantenne il potere per oltre trentacinque anni, grazie al sostegno della Chiesa cattolica e degli agrari. Soppresse i sindacati, la libertà di stampa ed ogni altro tipo di opposizione politica o di dissidenza che potesse danneggiare l'egemonia del regime.

Saramago successivamente s'avvicinò all'anarchismo, professandosi comunista libertario. Le posizioni di Saramago - dichiaratamente ateo - sulla religione suscitarono nel corso della sua vita notevoli controversie, soprattutto in Portogallo. Dopo la pubblicazione de Il Vangelo secondo Gesù Cristo, infatti, le aspre critiche rivoltegli e la censura imposta sul libro dal dittatore portoghese lo indussero a lasciare il paese per vivere alle Canarie. Di nuovo, nel 2009, con l'uscita del suo ultimo romanzo Caino, Saramago si ritrovò a polemizzare con la chiesa cattolica, criticando la Bibbia, poiché descrive un Dio «vendicativo, rancoroso, cattivo, indegno di fiducia».

Il Vangelo secondo Gesù Cristo, uscito nel 1991, non è un'opera in sé blasfema, in realtà si tratta di una riscrittura della vicenda del Messia cristiano alla luce dei Vangeli ritenuti dalla Chiesa apocrifi, che Saramago considera invece i soli attendibili, confrontati con i vangeli sinottici. Su tale base Saramago articola la storia di Gesù a partire da alcune realtà storiche che egli ritiene attendibili, ma inaccettabili per la dottrina cristiana.

Risalgono a oltre dieci anni fa anche i giudizi sulla sinistra che progressivamente è scivolata verso il centro. I suoi promotori giustificavano questo movimento come dimstrazione di una genialità tattica e di una modernità impareggiabile quando la sinistra sembrava non essersi acccorta che stava avvicinandosi alla destra. Se nonostante tutto ciò è ancora capace di apprendere da una lezione , questa che ha appena ricevuto vedendo la destra superarla in tutta Europa, allora dovrà interrogarsi sulle cause profonde dell’allontanamento indifferente delle sue fonti naturali d’influenza: i poveri, i bisognosi, ma anche i sognatori rispetto a ciò che ancora resta delle sue proposte. Non è possibile votare la sinistra se la sinistra non esiste più.

 

Nel 1947 Saramago scrisse il suo primo romanzo Terra del peccato. Il dittatore del PortogalloSalazar, a cui Saramago si era sempre opposto tenacemente e dal quale era sempre stato pesantemente censurato nella propria attività giornalistica, non l'accolse. Il riconoscimento a livello internazionale arrivò solo negli anni novanta, con la pubblicazione di  Storia dell'assedio di Lisbona, del controverso Il Vangelo secondo Gesù Cristo e di Cecità. Nel 1998 gli venne assegnato il premio Nobel per la letteratura perché "con parabole, sostenute dall'immaginazione, dalla compassione e dall'ironia ci permette continuamente di conoscere realtà difficili da interpretare". Del discorso che tenne alla consegna del premio famoso è l'incipit: "l'uomo più saggio ch'io abbia mai conosciuto non era in grado né di leggere né di scrivere", disse riferendosi a suo nonno. Le posizioni di Saramago - dichiaratamente ateo - sulla religione suscitarono nel corso della sua vita notevoli controversie. Dopo la pubblicazione de Il Vangelo secondo Gesù Cristo, infatti, le aspre critiche rivoltegli e la censura imposta sul libro dalla dittatura portoghese lo indussero a lasciare il paese per vivere alle Canarie. Di nuovo, nel 2009, con l'uscita del suo ultimo romanzo Caino, Saramago si ritrovò a polemizzare con la chiesa cattolica, criticando la Bibbia, poiché descrive un Dio «vendicativo, rancoroso, cattivo, indegno di fiducia».

Nel commentare il conflitto israelo-palestinese, Saramago riguardo agli ebrei aveva affermato: «Vivere nell'ombra dell'olocausto ed aspettarsi di essere perdonati di ogni cosa che fanno, a motivo della loro sofferenza passata, mi sembra un eccesso di pretese. Evidentemente gli israeliani non hanno imparato molto dalla sofferenza dei loro genitori e dei loro nonni. Quello che sta accadendo in Palestina è un crimine che possiamo paragonare agli orrori di Auschwitz»

Le Forze di Difesa Israeliane esercitano l'illegale occupazione militare della Cisgiordania. L'appropriazione sistematica delle sue risorse naturali, in particolare dell'acqua, è tipica della doppia morale usata con ricorrenza dall'Occidente di fronte a quanto sopravvenuto ai palestinesi, negli ultimi settanta anni, nella terra assegnata loro dai trattati internazionali.

Oggi, all'atrocità segue un'altra atrocità: i razzi artigianali si incrociano con i sofisticati missili. Questi ultimi hanno il loro bersaglio dove vivono i poveri ed i diseredati che aspettano l'arrivo di quella che qualche volta si è chiamata giustizia. Entrambe le categorie di proiettili lacerano i corpi in maniera orribile; chi, salvo i comandanti in campo, può dimenticare questo per un momento?

Saramago precisa che ogni provocazione ed il suo contraccolpo vengono impugnati e sono motivo di rimproveri. Ma gli argomenti che seguono, accuse e solenni promesse, servono solo da distrazione per evitare che il mondo presti attenzione ad uno stratagemma militare, economico e geografico di lungo termine il cui obiettivo politico non è niente di meno che la liquidazione della nazione palestinese.