Sostanze PFAS nella metà delle acque sotterrane Svizzere

Uno studio dell’Ufficio federale dell’ambiente ha rilevato le sostanze nocive in quasi la metà di 500 stazioni di misurazione.

Delle tracce di sostanze per- e polifluoroalchiliche, denominate PFAS, sono state trovate in quasi la metà delle acque sotterranee svizzere, che rappresentano l’80% dell’acqua potabile nella Confederazione. L rende noto oggi l’Ufficio federale dell’ambiente (Ufam). Queste sostanze sono prodotte a livello industriale e contenute in molti prodotti e sono nocive per la salute. Inoltre sono difficilmente degradabili nell’ambiente.

 

Nello studio pilota “Osservazione nazionale delle acque sotterranee (NAQUA)” sono state cercate le tracce di 26 tipologie di PFAS, trovandone tracce in quasi la metà dei campioni di 500 stazioni di misurazione. Tuttavia i limiti sono stati superati solo in una stazione. I valori limite sono stabiliti dall'ordinanza del Dipartimento federale dell’interno sull'acqua potabile, che prevede attualmente valori limite di 0,3 e 0,5 microgrammi per litro, ma solo per tre singole tipologie PFAS. Nell’indagine sono state rilevate 13 tipologie diverse.

 

“Allo stato attuale delle conoscenze, una delle più importanti cause della presenza di PFAS nelle acque sotterranee sono le schiume ignifughe contenenti PFAS, utilizzate in luoghi in cui si sono verificati incendi, aree industriali, impianti di deposito o ferrovie nonché nelle piazze d'esercitazione della protezione civile, dove sono penetrate nel suolo talvolta a più riprese”, spiega l’Ufam. “Le PFAS possono raggiungere le acque sotterranee anche tramite le discariche e le acque di scarico”.