Pramac: abbandono definitivo

È cresciuto in giudicato il decreto d'abbandono per l'inchiesta sulla Pramac di Riazzino, fallita nel 2012.

Cala definitivamente il sipario sulla vicenda giudiziaria della Pramac Swiss SA di Riazzino, ditta che dal 2009 produceva pannelli fotovoltaici e fallita nel 2012, dopo aver ricevuto contributi cantonali nell’ordine dei milioni.

 

L’apertura dell’inchiesta sui vertici - cinque persone - dell’azienda risale ad inizio 2014, con le accuse di bancarotta fraudolenta, amministrazione infedele e cattiva gestione. Titolare all’epoca era Natalia Ferrara Micocci, poi l’incarto è passato (quando la prima si candidò al Consiglio di Stato per il Plr nel 2015) prima l’ex pp Andrea Minesso e ora al pp Daniele Galliano, che lo scorso mese di febbraio ha emesso un decreto d’abbandono, riconoscendo ai cinque imputati un indennizzo di 70mila franchi per le spese legali sostenute. Ora l’abbandono è cresciuto in giudicato, dopo il ritiro di un reclamo da parte di uno dei cinque. Fra gli indagati anche il presidente del cda della Pramac, l’ex consigliere comunale di Lugano (Plr all'epoca) Davide Enderlin jr., già condannato dalla giustizia ticinese per amministrazione infedele aggravata e falsità in documenti in relazione ad altre vicende e in Italia per riciclaggio per il caso Carige.

 

 

L’azienda, riferisce oggi la Regione, aveva ricevuto sussidi pubblici per 4,3 milioni di franchi: due milioni in base alla Legge per l’innovazione economica e 2,3 milioni di franchi quali misure cantonali e federali nell’ambito del mercato del lavoro, come indennità per lavoro ridotto, incientivi all’assunzione, bonus d’inserimento, assunzione di disoccupati problematici, …).

 

Alla chiusura dell’azienda erano attivi 130 lavoratori e l’azienda aveva accumulato passività per oltre 140 milioni.