Dopo 40 anni Amato 'apre il libro' su Ustica e punta il dito sulla Francia e la Nato

L'ex presidente del Consiglio italiano in un'intervista ha parlato di un missile francese come causa della strage del 1980. "È arrivato il momento di gettare luce su un terribile segreto di Stato", ha detto.

Sarebbe stato un missile francese ad abbattere il Dc9 dell’Itavia nei pressi dell’isola di Ustica il 27 giugno del 1980. Una ricostruzione non nuova, già avanzata pubblicamente dall’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, e avvalorata anche da diverse inchieste giornalistiche (in particolare di Andrea Purgatori) e dal lavoro della commissione d'inchiesta. Ora ne ha parlato apertamente, intervistato da Repubblica, anche l’ex primo ministro italiano Giuliano Amato. "Era scattato un piano per colpire l'aereo sul quale volava Gheddafi”, ha detto Amato in un intervista pubblicata ieri da Repubblica, “ma il leader libico sfuggì alla trappola perché avvertito da Craxi. Adesso l'Eliseo può lavare l'onta che pesa su Parigi”. “Dopo quarant'anni le vittime innocenti di Ustica non hanno avuto giustizia. Perché continuare a nascondere la verità? È arrivato il momento di gettare luce su un terribile segreto di Stato. Potrebbe farlo Macron. E potrebbe farlo la Nato. Chi sa ora parli: avrebbe grandi meriti verso le famiglie delle vittime e verso la Storia”, ha detto Amato, secondo cui “la versione più credibile è quella della responsabilità dell'aeronautica francese, con la complicità degli americani”.

Nella strage di Ustica morirono 81 persone. Secondo Amato "da principio i militari si erano chiusi in un silenzio blindato, ostacolando le indagini. E quando da sottosegretario ebbi un ruolo in questa vicenda, nel 1986, cominciai a ricevere le visite dei generali che mi volevano convincere della tesi della bomba”.

Dall’Eliseo oggi è stato fatto sapere che "su questa tragedia la Francia ha fornito ogni elemento in suo possesso ogni volta che le è stato chiesto”, in particolare nel quadro delle inchieste condotte dalla giustizia italiana. Restiamo ovviamente a disposizione per lavorare con l'Italia se ce lo chiederà”. Sull’intervista di Amato è intervenuta anche la premier italiana Giorgia Meloni, che ha dichiarato, riporta l’Ansa, che “nessun atto riguardante la tragedia del DC9 è coperto da segreto di Stato e nel corso dei decenni è stato svolto dall'autorità giudiziaria e dalle Commissioni parlamentari di inchiesta un lungo lavoro”.