L’ultimo aperitivo con i parlamentari. Molti politici partecipano all’addio di Solari

Solari parla per l'ultima volta davanti ai granconsiglieri nell'aperitivo del Festival. Scherrer cita i fratelli Coen ("Non è un Paese per vecchi") e De Rosa intravvede un autunno politico caldo...

Il consueto aperitivo del Film Festival di Locarno dedicato ai granconsiglieri ha visto una partecipazione leggermente inferiore a quella degli altri anni (nonostante si sia tenuto in un anno elettorale: pochi mesi fa abbiamo rieletto il Parlamento e il Governo cantonale e, soprattutto, fra tre mesi rileggeremo la nostra delegazione parlamentare a Berna).

 

Questo aperitivo era anche l’occasione per il presidente uscente Marco Solari per fare un bilancio del suo ventennale alla testa del Festival davanti alla classe politica ticinese.

 

Ha iniziato a parlare il sindaco di Locarno Alain Scherrer (prima di proseguire la serata con la sua “Vasco Jam” alla Rotonda). Nel citare alcuni “cantieri” politici cantonali, come ad esempio la riforma dei rapporti fra Comuni e Cantoni “Ticino 2020”, li ha paragonati a diverse pellicole cinematografiche, una su tutte il film cult dei fratelli Coen “Non è un Paese per vecchi”.

 

Il presidente del Consiglio di Stato, il “centrista” (Ppd) Raffaele De Rosa ha incentrato il suo discorso su quanto siano importanti queste occasioni di festa per incontrarsi in modo più sereno, preannunciando che probabilmente in autunno nel nostro Cantone il clima potrebbe essere un po’ diverso (nel senso di meno sereno) e proprio per questo ha utilizzato la platea dell’aperitivo per appellarsi ai parlamentari, chiedendo spirito di responsabilità e coesione e affermando che un Gran Consiglio più frammentato (come lo è quello uscito dalle ultime elezioni cantonali) non deve per forza corrispondere a un Legislativo più polarizzato e diviso (ma ci preme sottolineare che quest’estate è stato proprio il partito di Raffaele De Rosa, il Centro, assieme ai socialisti, a bocciare senza appello la proposta di riforma fiscale del consigliere di Stato Cristian Vitta. Chissà se le parole pronunciate dal capo del Dss erano specificatamente indirizzate a Dadò&Co).

 

In conclusione, ha preso la parola lui, il vero uomo forte che nell’ultimo ventennio ha preso per mano un Pardo, esile, fragile e un po’ acciaccato, e lo ha portato ai livelli odierni: il presidente Marco Solari. Nel suo ultimo discorso da presidente davanti ai granconsiglieri Solari ha voluto evidenziare quanto lui, il cda del Festival e tutto lo staff di quest’ultimo abbiano sempre ascoltato e tenuto in considerazione le osservazioni, le critiche, le sollecitazioni, che il mondo della politica aveva nei confronti del Festival. Solari ha voluto far capire molto bene che i finanziamenti da parte del Cantone nei confronti della più grande manifestazione culturale ticinese, che in questo ventennio sono notevolmente aumentati, sono stati dati ad un organizzazione, quella del Festival appunto, che non ha operato in modo autoreferenziale, ma che con la politica ha interagito e ha fatto proprie molte delle critiche e delle sollecitazioni provenienti da essa (e a nostro modesto giudizio a volte si è esagerato nel recepire le critiche di qualche “trombone”, che senza nessuna capacità realmente rappresentativa dell’opinione pubblica del Cantone, ha cercato di conquistare i propri cinque minuti di gloria e di influenzare la linea artistica del Festival. Ci riferiamo ai primi due anni di direzione artistica di Chatrian, con le polemiche sterili e inutili, come quella inerente il film “Sangue”).

 

Ovviamente all’aperitivo c’erano diverse personalità e diversi politici: dal consigliere di Stato leghista Norman Gobbi, al capogruppo in Gran Consiglio (sempre della Lega) Boris Bignasca, dal candidato al Consiglio nazionale, nonché municipale di Pollegio Michele Guerra, ai granconsiglieri Stefano Tonini e Andrea Sanvido, sempre della Lega. Per l’Udc c’era il municipale di Lugano e candidato alle Federali Tiziano Galeazzi, i granconsiglieri democentristi Tuto Rossi (con degli occhiali particolarmente vistosi), Lara Filippini ed Andrea Giudici. Per i socialisti c’era il “tridente” composto dai due co-presidenti Laura Riget e Fabrizio Sirica, con il granconsigliere Yannick Demaria e ovviamente la consigliera di Stato, a capo del Decs, Marina Carobbio. Come sempre c’erano anche i socialisti Bruno Storni, candidato al Consiglio degli Stati, il capogruppo in Gran Consiglio Ivo Durisch e l’ex granconsigliere Carlo Lepori. “New entry” per i socialisti, i due copresidenti della sezione di Lugano, la granconsigliera Tessa Prati e Filippo Zanetti. Sempre da Lugano c’era la neo-presidente del Consiglio comunale, la liberale radicale Morena Ferrari Gamba, con la capogruppo in Gran Consiglio Alessandra Gianella e il consigliere nazionale uscente Alex Farinelli. Come sempre fra i presenti c’era il granconsigliere, nonché municipale di Locarno, Nicola Pini, l’ex granconsigliere locarnese Plr Giacomo Garzoli, accompagnato dalla moglie, l’ex granconsigliera socialista Milena Garobbio. C’era pure il granconsigliere Plr bleniese, Alex Gianella, in tenuta “hawaiana”, mentre dalle valli del Locarnese (più precisamente dalla Bavona) c'era, come sempre, il presidente del Centro e granconsigliere Fiorenzo Dadò. Sempre per il Centro c'erano anche il neo granconsigliere e già presidente dell'ordine degli avvocati Gianluca Padlina e la granconsigliera e candidata al Consiglio nazionale Sabrina Gendotti. C’era anche un “esuberante” Bruno Buzzini, municipale della Lega a Locarno, nonché ex granconsigliere, come una “raggiante” Giovanna Viscardi, che con una "mise" tutta verde è tornata sulla scena politica cantonale quale candidata liberale radicale al Consiglio nazionale, dopo una lunga esperienza nel Parlamento cantonale. Oltre a Viscardi, come di consueto, c’era il consigliere di Stato Plr Christian Vitta e, “new entry” per l’aperitivo del Gran Consiglio, anche la candidata al Consiglio nazionale della lista “LEA” (congiunta con quella del Plr) Carola Barchi.

 

Infine due altre “new entry”: il “mastino” del Gran Consiglio, l’emmespiessino Matteo Pronzini (che a nostra memoria non era mai stato presente finora all’aperitivo del Gran Consiglio, nonostante sia da più di un decennio presente sui banchi del Parlamento cantonale) e il giovane candidato della neo-lista per il Consiglio degli Stati “Costituzione radicale”, che con i suoi quasi 50 anni di meno, affiancherà il navigato Jacques Ducry, Simone Conti.